C’è un governo che fa il bonus vacanza e poi si stupisce che venga usato
Così twittava indignata l’attuale Premier, il 16 dicembre del 2020. Era l’epoca del governo Conte 2 – la discontinuità-da-sé-stesso.
Son passati quattro anni da allora, e nel frattempo la donna-madre-cristiana è diventata Primo Ministro: logica vorrebbe che quella misura, evidentemente ritenuta uno spreco, sia stata abolita. E invece è sempre lì, gentilmente offerta dall’INPS, che ha anche coniato l’accattivante nome: INPSieme, peraltro nella doppia modalità Italia ed estero. Tra i beneficiari figurano:
- dipendenti e pensionati della pubblica amministrazione iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (ex Fondo Credito);
- pensionati utenti della Gestione Dipendenti Pubblici (GDP);
- iscritti alla Gestione Fondo Postelegrafonici.
Non esattamente categorie tra le più bisognose, a prima vista. Come ha spiegato il giornalista del Sole 24 ore, Gianni Trovati, l’ultimo rapporto OCSE sull’economia italiana mostra che
gli over 75 hanno un reddito medio superiore del 3% rispetto alla popolazione generale, mentre nel resto dei Paesi Ocse la differenza è negativa del 14%
Sempre all’INPS si deve il bonus terme, rigorosamente dedicato in esclusiva agli iscritti al Vecchio Fondo di Mutualità della Gestione Mutualità ex IPOST.
Monopattini no, scooter elettrici e biciclette sì
E se un altro bonus contiano – quello per i monopattini – che scatenava altri commenti indignati di Giorgia Meloni, è stato effettivamente interrotto a dicembre 2023, ad oggi rimangono pur sempre molte valide alternative: sono previsti incentivi per acquistare scooter elettrici e biciclette (per queste ultime il contributo statale può arrivare fino a 1000€, se si tratta di bici cargo; chi invece opta per quelle a pedalata assistita dovrà accontentarsi di 500€).
Ristoranti, gelaterie e pasticcerie
Ufficialmente si chiama Fondo per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano, ma per tutti è semplicemente il bonus ristoranti & gelaterie. Costa 76 milioni di euro, ed è destinato a chi vuole aprire un’attività nel settore gastronomico e dell’ospitalità alberghiera, e gradisce di far pagare ai contribuenti le attrezzature e i contratti di apprendistato dei diplomati. Un’iniziativa che ha riscosso molto successo, soprattutto a Padova, dove lo scorso 1 marzo – giorno del click day – il sito è andato in tilt per l’eccesso di richieste.
Tende da sole e zanzariere
Ora che si avvicina la stagione estiva, perché non approfittare del bonus tende da sole? Trattasi di una detrazione (fino al 2023 inglobata nel Superbonus 110% e nell’Ecobonus) del 50% delle spese sostenute per l’acquisto e la posa in opera delle schermature solari e le chiusure tecniche mobili oscuranti.
Analoga detrazione del 50% riguarda le zanzariere, a patto naturalmente che soddisfino tutta una serie di requisiti tecnici (si veda il link) messi nero su bianco da qualche burocrate ministeriale.
L’elenco sarebbe verosimilmente assai più lungo. A chi vuole rimanere aggiornato sui quotidiani sperperi di denaro pubblico si consiglia di seguire la pagina Facebook Cose che i contribuenti olandesi non vedono l’ora di pagare.
Come considerazione generale, invece, si può solo sconsolatamente ribadire qualche concetto, ossia:
- la parte maggiore di questi bonus è regressiva, nel senso che a trarne beneficio non sono di solito le fasce di popolazione più bisognose, ma quelle intermedie o alte (e questo è anche il motivo principale per cui piacciono ai partiti: gli “abitanti delle ZTL” sono i più fedeli al dovere elettorale, nonché i più inclini a ricambiare col voto i favori ricevuti).
- la presenza di tutti questi bonus/detrazioni/agevolazioni pesa complessivamente sulle casse dello Stato, rendendo impossibile l’abbassamento delle tasse senza ricorrere al deficit.
- dietro alla continua elargizione di bonus c’è una mentalità centralista e dirigista, secondo cui compito dello Stato (o meglio dei suoi funzionari, segnatamente i politici) è quello di indirizzare l’economia. Ciò si traduce nella decisione di incentivare questa o quell’altra categoria, corporazione, cricca, con criteri del tutto arbitrari ma sempre giustificati in nome del bene comune.
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